POTER spegnere internet a comando e monitorare banche dati contenenti informazioni personali degli utenti: è un potere mai visto, quello che una proposta di legge, presentata il primo aprile al Senato americano, vorrebbe dare al Presidente degli Stati Uniti. Fa parte del Cyber security Act 2009, con cui gli Usa vogliono prendere di petto il problema della sicurezza informatica. Contiene misure che stanno facendo discutere.
Così inaudite che molti commentatori fino a ieri pensavano a un pesce d'aprile, finché il testo della proposta non è finito online. È tutto vero, quindi. E a placare le polemiche non basta che sia una misura bipartisan, presentata da un democratico e un repubblicano moderati, i senatori John (Jay) Rockfeller e Olympia Snowe, quest'ultima nota anche per le battaglie a favore dei gay e delle minoranze in genere. Tra i nuovi poteri previsti: il presidente avrebbe ampia e indiscussa facoltà di dichiarare lo stato di emergenza nazionale e quindi rallentare il traffico internet, fino a bloccarlo, in network internet considerati infrastrutturali, d'importanza critica. La Casa Bianca potrebbe ordinare a network di aziende private (tra cui banche, ospedali...) o governativi di disconnettersi da internet, se reputati a rischio di attacchi informatici.
Altro potere: il Dipartimento del Commercio Usa sarebbe in grado di monitorare i network contenenti dati personali privati considerati parte delle infrastrutture critiche per la sicurezza. E, ciliegina sulla torta, toccherebbe agli uffici federali stabilire che cosa faccia parte delle "infrastrutture critiche", quindi potenzialmente la misura potrà essere applicata a qualsiasi rete. Gli attivisti americani per i diritti civili hanno fatto scattare l'allarme: "la portata della proposta è contraria alla nostra Costituzione", notano quelli di Eff. org (Electronics frontier foundation), soprattutto "per quanto riguarda i diritti della privacy".
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Se il Dipartimento del Commercio scoprirà prove di attività illegali quando accede a network critici, potrebbe usare quell'informazione contro gli utenti. Anche se l'intento originario era di difendere quel network da attacchi cyber. Il risultato - avvisa Eff - è che i cittadini potranno finire incriminati in qualsiasi momento per le informazioni presenti nelle banche dati, senza più alcuna garanzia costituzionale. Le forze dell'ordine invece ora possono accedere a database privati solo a fronte di uno specifico mandato. Verrebbero meno quei diritti costituzionali che, in molti Paesi democratici come gli Usa, impediscono indagini e rastrellamento di dati personali senza provata e circostanziata ragione. Fanno coro gli attivisti del Center for Democracy and Technology, secondo cui la proposta darebbe al governo "un controllo senza precedenti sui software del computer e sui servizi internet, minacciando l'innovazione, libertà e la privacy". Critici anche alcuni commentatori, come Larry Seltzer, del giornale specializzato eWeek: "l'intera faccenda mi suona male", scrive. I senatori difendono la proposta dicendo che è venuto il momento di difendere le infrastrutture internet dagli attacchi, con la stessa gravità che già ora si usa per le reti elettriche e gli acquedotti. E per questo motivo serve poter ricorrere, se necessario, a misure straordinarie.
Fonte: Repubblica.it
Ci sarà uno stretto controllo della Rete da parte del Presidente americano. Questa è una grande svolta nel campo di Internet. E' giusto che Obama possa controllare e regolare qualsiasi sito internet? Hanno ragione quelli che ritengono questa proposta contro la Costituzione?
La rete di internet è un bene prezioso mondiale in continua evoluzione;non è una scelta troppo azzardata quella di dare la possibilità a un'unica persona, o comunque a una cerchia ristretta di persone, di censurare, controllare e utilizzare le informazioni personali degli utenti? Vorrei sapere cosa ne pensate.
lunedì 6 aprile 2009
venerdì 13 febbraio 2009
E dopo Eluana...

C’è fermento in Italia per il caso Englaro; se ne parla su tutte le reti televisive, alla radio; vediamo manifestazioni violente e irrispettose per le strade, gente che manifesta il proprio disappunto con striscioni e urla accusatorie.
Ma se guardiamo la situazione un po’ più da lontano, dietro questo caso drammatico, possiamo analizzare lo scenario politico che si sta muovendo dietro questa vicenda; il contrasto tra il Premier e il presidente Napolitano, la proposta di decreto.
Ormai per Eluana Englaro la decisione è stata presa: ma ora cosa succederà? Quale sarà la reazione del governo? Quale sarà la decisione definitiva?
Ho deciso di inserire questo link al video di Marco Travaglio, giornalista abbastanza conosciuto, che nel suo intervento settimanale sulla rete Youtube presenta la sua visione dei retroscena di quello che è il governo italiano; con parole abbastanza dure dichiara come ai politici italiani non interessa tanto il valore di questa vita umana che fino a due giorni fa era sul filo tra vita e morte, quanto il valore di questa vicenda come strumento per modificare sentenze a loro piacimento.
Questo è il link alla pagina di Youtube corrispondente. Nella seconda parte del video, il giornalista commenta anche altre situazioni o argomenti correlati, la prima parte è quella riguardante il caso.
Ma se guardiamo la situazione un po’ più da lontano, dietro questo caso drammatico, possiamo analizzare lo scenario politico che si sta muovendo dietro questa vicenda; il contrasto tra il Premier e il presidente Napolitano, la proposta di decreto.
Ormai per Eluana Englaro la decisione è stata presa: ma ora cosa succederà? Quale sarà la reazione del governo? Quale sarà la decisione definitiva?
Ho deciso di inserire questo link al video di Marco Travaglio, giornalista abbastanza conosciuto, che nel suo intervento settimanale sulla rete Youtube presenta la sua visione dei retroscena di quello che è il governo italiano; con parole abbastanza dure dichiara come ai politici italiani non interessa tanto il valore di questa vita umana che fino a due giorni fa era sul filo tra vita e morte, quanto il valore di questa vicenda come strumento per modificare sentenze a loro piacimento.
Questo è il link alla pagina di Youtube corrispondente. Nella seconda parte del video, il giornalista commenta anche altre situazioni o argomenti correlati, la prima parte è quella riguardante il caso.
domenica 8 febbraio 2009
Club "alcolici" a Cambridge
succede spesso nelle università inglesi: riti di iniziazione per le matricole che devono superare prove assurde per entrare a far parte di club “alcolici”. Ma questi club che scopi hanno?
Perché molti ragazzi acconsentono a partecipare a queste barbarie per diventare membro di questi gruppi? Fino a che punto si spinge l’esigenza di far parte di un gruppo? Mi piacerebbe sapere la vostra opinione.
CAMBRIDGE - Poco più di un anno fa conquistò le prime pagine dei quotidiani britannici per aver denunciato la pratica sempre più diffusa tra le studentesse di Cambridge di pagarsi gli studi prostituendosi. Ma questa volta "Varsity", il settimanale studentesco che dal 1947 racconta la vita nella prestigiosa università inglese, ci va giù ancora più duramente e in un lungo articolo intitolato "Inside Cambridge Drinking Societies" (Viaggio nelle società alcoliche di Cambridge) narra i riti di iniziazione a cui si sottomettono i giovani studenti dell'ateneo pur di essere accolti nelle "società alcoliche", club privati formati da uno sparuto numero di giovani iscritti all'università britannica. Come mostrano alcune foto, prontamente pubblicate dai quotidiani e dai tabloid più patinati del Regno Unito, gli studenti durante le cerimonie d'iniziazione compiono giochi sessuali, scolano litri di alcol e partecipano a riti esoterici.
FOTO SCANDALO - Una delle foto divenuta l'emblema di questo scandalo è quella che mostra una ragazza in ginocchio, che indossa un costume da bagno e ha le mani immobilizzate mentre è costretta a bere alcol. In un altro scatto, racconta il tabloid "The Sun" si vedono ragazze del club femminile "Newnham Nuns" (le monache di Newnham) che piegate su mano e ginocchia cercano di infilare preservativi su banane che pendono dai pantaloni dei ragazzi. Ma non sono solo le ragazze le protagoniste di queste pratiche. Secondo Varsity uno dei più famosi club alcolici è il "Magdalene's men's drinking society", gruppo formato da soli uomini: per entrare a far parte della ristretta cerchia gli adepti devono superare un test culinario terribile: sono costretti a partecipare a un pranzo di 15 portate, preparate per l'occasione. Durante i primi 10 piatti, gli iniziati non possono bere alcol e tra le altre cose devono mangiare muso di maiale condito con la piccantissima salsa wasabi. Quindi i giovani devono bere una pinta d' acqua nella quale nuota un pesciolino vivo. «Se la creatura è ingurgitata, l'iniziato avrà superato la prova» dichiara il settimanale universitario.
CAMBRIDGE - Poco più di un anno fa conquistò le prime pagine dei quotidiani britannici per aver denunciato la pratica sempre più diffusa tra le studentesse di Cambridge di pagarsi gli studi prostituendosi. Ma questa volta "Varsity", il settimanale studentesco che dal 1947 racconta la vita nella prestigiosa università inglese, ci va giù ancora più duramente e in un lungo articolo intitolato "Inside Cambridge Drinking Societies" (Viaggio nelle società alcoliche di Cambridge) narra i riti di iniziazione a cui si sottomettono i giovani studenti dell'ateneo pur di essere accolti nelle "società alcoliche", club privati formati da uno sparuto numero di giovani iscritti all'università britannica. Come mostrano alcune foto, prontamente pubblicate dai quotidiani e dai tabloid più patinati del Regno Unito, gli studenti durante le cerimonie d'iniziazione compiono giochi sessuali, scolano litri di alcol e partecipano a riti esoterici.
FOTO SCANDALO - Una delle foto divenuta l'emblema di questo scandalo è quella che mostra una ragazza in ginocchio, che indossa un costume da bagno e ha le mani immobilizzate mentre è costretta a bere alcol. In un altro scatto, racconta il tabloid "The Sun" si vedono ragazze del club femminile "Newnham Nuns" (le monache di Newnham) che piegate su mano e ginocchia cercano di infilare preservativi su banane che pendono dai pantaloni dei ragazzi. Ma non sono solo le ragazze le protagoniste di queste pratiche. Secondo Varsity uno dei più famosi club alcolici è il "Magdalene's men's drinking society", gruppo formato da soli uomini: per entrare a far parte della ristretta cerchia gli adepti devono superare un test culinario terribile: sono costretti a partecipare a un pranzo di 15 portate, preparate per l'occasione. Durante i primi 10 piatti, gli iniziati non possono bere alcol e tra le altre cose devono mangiare muso di maiale condito con la piccantissima salsa wasabi. Quindi i giovani devono bere una pinta d' acqua nella quale nuota un pesciolino vivo. «Se la creatura è ingurgitata, l'iniziato avrà superato la prova» dichiara il settimanale universitario.
fonte: Il corriere della sera- 7 Febbraio 2009
venerdì 16 gennaio 2009
Questa è la televisione italiana.

Il Presidente della Camera Gianfranco Fini ha telefonato al presidente della Rai Claudio Petruccioli e nel corso del colloquio ha affermato che nella trasmissione 'Annozero' di ieri sera ''e' stato superato il livello di decenza''. [Repubblica, 16-01-09]
Ieri sera, come ogni Giovedì sera in prima serata, Michele Santoro ha condotto il suo programma d’attualità “Annozero”, presentando uno dei temi che più interessano il quadro mondiale attuale: la guerra nella striscia di Gaza, con un’attenzione particolare per i più deboli, i bambini.
Trasmissione durante la quale sono stati invitati a intervenire il giornalista di Al Jazeera-International per l’Europa Claudio Lavanga, le giornaliste Lucia Annunziata e Rula Jebreal e l’analista militare Andrea Nativi.
In collegamento con la piazza del duomo di Milano, viene data la parola a giovani della comunità palestinese che esprimono il loro parere con una tendenza chiaramente filo-palestinese.
La giornalista Lucia Annunziata, dopo essere intervenuta più volte criticando le modalità di organizzazione e gestione della serata, accusando il conduttore Michele Santoro di una trasmissione quasi esclusivamente filo-palestinese, abbandona lo studio.
E’ un peccato che programmi in prima serata, mandati in onda sulla TV nazionale, pensati per informare i cittadini più chiaramente di quanto non facciano i telegiornali quotidiani, si trasformino in discussioni e scenate sullo stampo dei talk show di basso livello: la discussione accesa tra due ragazze, islaeliana e palestinese, chiaramente coinvolte emotivamente, gli interventi e l’abbandono dello studio da parte della giornalista.
Ci chiediamo allora dove sia possibile ottenere un’informazione veritiera, e quanto più oggettiva di quello che succede nel mondo.
Per chi fosse interessato è possibile rivedere integralmente la trasmissione dello scorso Giovedì sera sul sito ufficiale di “Annozero”:
http://www.annozero.rai.it/R2_HPprogramma/0,,1067115,00.html
Ieri sera, come ogni Giovedì sera in prima serata, Michele Santoro ha condotto il suo programma d’attualità “Annozero”, presentando uno dei temi che più interessano il quadro mondiale attuale: la guerra nella striscia di Gaza, con un’attenzione particolare per i più deboli, i bambini.
Trasmissione durante la quale sono stati invitati a intervenire il giornalista di Al Jazeera-International per l’Europa Claudio Lavanga, le giornaliste Lucia Annunziata e Rula Jebreal e l’analista militare Andrea Nativi.
In collegamento con la piazza del duomo di Milano, viene data la parola a giovani della comunità palestinese che esprimono il loro parere con una tendenza chiaramente filo-palestinese.
La giornalista Lucia Annunziata, dopo essere intervenuta più volte criticando le modalità di organizzazione e gestione della serata, accusando il conduttore Michele Santoro di una trasmissione quasi esclusivamente filo-palestinese, abbandona lo studio.
E’ un peccato che programmi in prima serata, mandati in onda sulla TV nazionale, pensati per informare i cittadini più chiaramente di quanto non facciano i telegiornali quotidiani, si trasformino in discussioni e scenate sullo stampo dei talk show di basso livello: la discussione accesa tra due ragazze, islaeliana e palestinese, chiaramente coinvolte emotivamente, gli interventi e l’abbandono dello studio da parte della giornalista.
Ci chiediamo allora dove sia possibile ottenere un’informazione veritiera, e quanto più oggettiva di quello che succede nel mondo.
Per chi fosse interessato è possibile rivedere integralmente la trasmissione dello scorso Giovedì sera sul sito ufficiale di “Annozero”:
http://www.annozero.rai.it/R2_HPprogramma/0,,1067115,00.html
venerdì 12 dicembre 2008
Sessant’anni dopo..la dichiarazioni dei diritti umani

Giovedì scorso si è celebrato l’anniversario della Dichiarazione Universale dei diritti umani ( Parigi, 10 Dicembre 1948). Questo documento proposto dalle Nazioni Unite, fu pensato in seguito alle atrocità della Seconda Guerra Mondiale, come segno di speranza di un mondo di pace.
E’ un importante testo etico che si basa sui diritti fondamentali di un essere umano e il concetto stesso di dignità.
Questo documento è stato pensato sulla scia di altri scritti storici precendenti: la Magna Charta (1215), la dichiarazione d’indipendenza degli U.S.A. e la dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino composta durante la Rivoluzione Francese.
Ma quanti uomini, quanti governi rispettano questa dichiarazione?
Certo, è vero che queste regole non sono giuridicamente vincolanti, però si tratta di regole per un rispetto reciproco tra esseri umani, e credo che questo basti.
Forse sono troppo ottimista, il rispetto e la pace sono sempre state e forse sempre saranno, delle utopie, ma fare qualche passo nella direzione giusta, è già un buon traguardo.
Le cause della lontananza da questo obbiettivo sono sempre le stesse: siamo troppo presi dai nostri pregiudizi, rancori e sospetti che non riusciamo a considerare ogni individuo con un atteggiamento di tolleranza e considerarlo in tutta la sua umanità.
Non bisogna pensare questa dichiarazione come qualcosa di generale e lontano dalla vita comune e quotidiana: è qualcosa di vicino a noi, a tutti.
Forse noi non ci rendiamo conto di come la maggior parte dei diritti citati in questo documento sono per noi scontati; ma questo ci è possibile perché abbiamo la fortuna di vivere in uno stato e in un ambiente dove la dignità delle persone non è un privilegio di pochi.
Forse sono troppo ottimista, il rispetto e la pace sono sempre state e forse sempre saranno, delle utopie, ma fare qualche passo nella direzione giusta, è già un buon traguardo.
Le cause della lontananza da questo obbiettivo sono sempre le stesse: siamo troppo presi dai nostri pregiudizi, rancori e sospetti che non riusciamo a considerare ogni individuo con un atteggiamento di tolleranza e considerarlo in tutta la sua umanità.
Non bisogna pensare questa dichiarazione come qualcosa di generale e lontano dalla vita comune e quotidiana: è qualcosa di vicino a noi, a tutti.
Forse noi non ci rendiamo conto di come la maggior parte dei diritti citati in questo documento sono per noi scontati; ma questo ci è possibile perché abbiamo la fortuna di vivere in uno stato e in un ambiente dove la dignità delle persone non è un privilegio di pochi.
venerdì 5 dicembre 2008
Pippo Baudo vs Maria de Filippi

Ebbene sì. Pippo Baudo sfida Maria de Filippi sugli ascolti del sabato sera. E’ apparso fiero del suo nuovo programma Serata d’onore ostentando sicurezza pensando di poter superare il famoso programma C’è posta per te. Ma così non è stato. I dati più recenti dell’Auditel dimostrano che il pubblico della prima serata rimane incollato allo schermo dove predominano abbracci e incontri strappalacrime. Alla base dell’agonismo di Baudo, c’è un giudizio sbagliato del pubblico italiano, che in realtà, preferisce l’atmosfera prefabbricata e storielle inventate piuttosto che un varietà rivisitato,ritenuto dalla critica elegante, in stile moderno con un buon concentrato di cultura e ospiti di tutto rispetto.
Bisogna rassegnarsi, davanti al televisore l’audience si appassiona a apparenti storie di gente comune, famiglie spezzate e ricongiunte, incomprensioni con il solito banale lieto fine.
Gente che utilizza la TV come strumento di vanità e speranza di popolarità.
Un insieme di ingredienti fatti da ospiti famosi ( Tiziano Ferro, Mariah Carey..), sentimentalismi e compresenza dell’ugualmente applaudito programma Amici, per formare un mix adatto a tutte le età e seguito da milioni di persone, lo show vincente.
La leader del sabato sera che punta sulla semplicità è una garanzia d’ascolti.
A lungo criticata e applaudita, i suoi programmi riscontrano sempre un grande successo: qual è il segreto della sua riuscita? Cosa tiene gli spettatori incollati al televisore, anche una buona parte di quelli che ammettono uno scarso valore culturale?
Vorrei sapere se seguite i reality condotti e pensati da Maria de Filippi, e cosa ne pensate.
Bisogna rassegnarsi, davanti al televisore l’audience si appassiona a apparenti storie di gente comune, famiglie spezzate e ricongiunte, incomprensioni con il solito banale lieto fine.
Gente che utilizza la TV come strumento di vanità e speranza di popolarità.
Un insieme di ingredienti fatti da ospiti famosi ( Tiziano Ferro, Mariah Carey..), sentimentalismi e compresenza dell’ugualmente applaudito programma Amici, per formare un mix adatto a tutte le età e seguito da milioni di persone, lo show vincente.
La leader del sabato sera che punta sulla semplicità è una garanzia d’ascolti.
A lungo criticata e applaudita, i suoi programmi riscontrano sempre un grande successo: qual è il segreto della sua riuscita? Cosa tiene gli spettatori incollati al televisore, anche una buona parte di quelli che ammettono uno scarso valore culturale?
Vorrei sapere se seguite i reality condotti e pensati da Maria de Filippi, e cosa ne pensate.
venerdì 28 novembre 2008
Violenza sulle donne i numeri della vergogna.

"Violenza sulle donne: sono aumentate del 10%, rispetto all' anno scorso, quelle che ce la fanno a uscire dal silenzio. Almeno, per chiedere aiuto. A scattare una fotografia precisa della situazione è la sede locale dell' Udi che ieri ha organizzato il convegno "Rompere le catene della violenza si può", all' auditorium di Palazzo Rosso. La follia s' innesca tra le mura domestiche e arriva dal partner (92,4% dei casi) o dal marito (57%). L' indicatore più grave è che il 24% delle donne che si rivolgono all' Udi, a Genova, ha subito maltrattamenti durante la gravidanza. L' 80% ha figli, il 60% figli minorenni. Il 79% delle violenze vengono perpetrate da un italiano, così come è italiano il 70% delle vittime. E i maltrattamenti non s' annidano solo in situazioni di degrado, perché il 16% delle donne coinvolte ha la laurea. Vittime e carnefici appartengono, poi, alla stessa fascia anagrafica: dai 30 ai 50 anni. [...] -MICHELA BOMPANI
Fonte: Repubblica — 25 novembre 2008
Paura. Paura tra le mura domestiche soprattutto, terrore del proprio marito o compagno. Un vero inferno. Molte donne d’Italia e di tutto il mondo subiscono ogni giorno matrattamenti fisici e morali in silenzio. Molti giustificano il silenzio dicendo che queste situazioni possono essere collocate in un contesto di degrado, ma dati statistici dimostrano che molte di queste donne sono laureate o donne in carriera. E allora perché non denunciano il molestatore?
La scelta di denunciare l’aggressore non è per nulla semplice: nella maggior parte dei casi, le violenze avvengono all’interno del nucleo familiare, da parte di persone a cui si vuole bene e a cui si è legati, diventa un amore malato. Molte di queste donne hanno a carico dei figli e non vogliono privarli del padre, molte hanno paura del parere della gente e preferiscono subire cercando di nascondere il più possibile questo fatto. Moltissime donne vivono nel panico e abituate a subire imprevedibili violenze scaturite da minimi pretesti, da alcool o da una giornata storta del marito.E così, quel luogo che dovrebbe essere il più sicuro e sereno, diventa un luogo di terrore. Il problema è che questi casi sono da molti considerati “questioni personali” tra marito e moglie, che fanno parte di un rapporto e vanno risolti privatamente. Inoltre, i media non si interessano molto di queste questioni, che restano in penombra e non vengono mai affrontate veramente.
Non è giusto che queste donne vengano lasciate sole, bisognerebbe dare loro una prima assistenza e un posto sicuro dove stare in modo da convincere un numero maggiore di vittime a uscire allo scoperto e a mettere fine, una volta per tutte, a queste umiliazioni.
La scelta di denunciare l’aggressore non è per nulla semplice: nella maggior parte dei casi, le violenze avvengono all’interno del nucleo familiare, da parte di persone a cui si vuole bene e a cui si è legati, diventa un amore malato. Molte di queste donne hanno a carico dei figli e non vogliono privarli del padre, molte hanno paura del parere della gente e preferiscono subire cercando di nascondere il più possibile questo fatto. Moltissime donne vivono nel panico e abituate a subire imprevedibili violenze scaturite da minimi pretesti, da alcool o da una giornata storta del marito.E così, quel luogo che dovrebbe essere il più sicuro e sereno, diventa un luogo di terrore. Il problema è che questi casi sono da molti considerati “questioni personali” tra marito e moglie, che fanno parte di un rapporto e vanno risolti privatamente. Inoltre, i media non si interessano molto di queste questioni, che restano in penombra e non vengono mai affrontate veramente.
Non è giusto che queste donne vengano lasciate sole, bisognerebbe dare loro una prima assistenza e un posto sicuro dove stare in modo da convincere un numero maggiore di vittime a uscire allo scoperto e a mettere fine, una volta per tutte, a queste umiliazioni.
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